Un viaggio storico e misterioso con Paul

Paul_McCartney_IL_GURU_DEI_BEATLES

Intervista a Paul McCartney.
In esclusiva per IL GURU DEI BEATLES (https://www.facebook.com/GurudeiBeatles/)
Tradotta da Daniele Massimi dal BEATLES MAGAZINE e pubblicata su EXHIMUSIC
(https://exhimusic.wordpress.com/2016/06/12/intervista-a-paul-mccartney/ )

Il cantautore vivente più famoso al mondo considera l’immagine di se stesso sulla copertina di “Pure McCartney”, come una sintesi vera dei suoi successi post-Beatles.
Nella foto, Paul è perso nei pensieri, una folta barba nasconde i suoi famosi lineamenti , un raggio di luce illumina gli occhi fissi e scuri.
Aveva 27 anni quando la sua giovane moglie fece questo scatto meditabondo. Dopo essere stato una superstar internazionale ed essere uscito dalla band, McCartney sentiva come se avesse un grande futuro davanti. Questa semplice immagine cattura questo fermento.

<<Poiché un sacco di lavoro di Linda era reportage, e non in studio,>> – dice Paul della sua amata anima gemella, che è morta di cancro nel 1998, all’età di 56 anni – <<…ogni volta che c’era una situazione di luce particolare, si metteva a fotografare.>>
Vuole tornare nella modalità professionale ‘Macca’, ma Linda, e quella fotografia struggente, è ancora nella sua mente. <<C’era questa luce che si stagliava su di me,>> – si meraviglia – << e non mi rendevo conto, ma aveva appena detto: “Oh, resta fermo. Un attimo.”>>

Paul fa una pausa artificiosa e imita il suono della macchina fotografica.
<<…E ha ottenuto l’immagine,>> – dichiara con orgoglio – <<Così è stato grande!>>, – dice con entusiasmo, ma poi la sua voce si incrina. <<Tranne quando Linda morì…>>, Paul riprende con calma. <<Ovviamente, è stato un periodo terribile.>>

Anche se sposato due volte – con Heather Mills dal 2002 al 2008 e con l’imprenditrice americana Nancy Shevell di 56 anni, a partire dal 2011 – la voce di Paul assume un tono tenero quando parla di Linda, in particolare quando racconta le loro buffonate, spesso eccentriche.

Ricordo alla cerimonia inaugurale per i premi di Q Magazine al jazz club Ronnie Scott nel 1990 che i McCartney arrivarono, ridacchiando, mano nella mano, essendo venuti a piedi dal loro vicino ufficio di Soho.
Erano arrivati così presto che l’evento non era ancora cominciato. Entrarono subito, aiutando il personale a mettere i tovaglioli sui tavoli e raccontando barzellette sporche sui Rolling Stones. <<Penso a me stesso come normale,>> – McCartney alza le spalle – << Alcune persone potrebbero non crederci.>>

In questa gloriosa mattinata inglese di primavera si parlerà candidamente del suo amore per John Lennon, Linda, la sua famiglia e la sua musica. Paul […] svuoterà il sacco su Michael Jackson, su cosa successe a Kanye West (Florida), su Stevie Wonder e su Bob Dylan.

Quando McCartney ha recentemente divulgato che era diventato depresso e aveva preso a bere dopo che si erano sciolti i Beatles, i media sembravano sorpresi. Sicuramente, motiva McCartney, questa è stata una reazione perfettamente normale.

<<Ho pensato che fosse la cosa più ovvia che accadesse, in realtà>> – perplesso – << Ma mi ha colpito, questo è sicuro. Sì, mi farò un drink. Sarà bello!. E’stato come “Oh, perché no? Sai, cosa c’è di sbagliato in questo?” E non dovevo andare a lavorare. Non ho avuto nulla di particolare da fare. Si beve per essere felici e poi dopo un po’, bevi perché devi bere. E poi non va bene. Per fortuna, ero con Linda, che era in grado di dire: “Beh, pensiamoci …” e ci siamo fermati. Ma io ero in un pò, di una sorta di …>> – inciampa sulle sue parole – <<Non sapendo cosa fare, credo, fosse la cosa principale.>>

Al culmine del loro successo, il bassista “occhi da Bambi” dei Beatles era lo scapolo più ambito di Londra, un sex symbol mondiale. Anche quando il whisky aveva preso controllo e lui si lasciò andare un pò, McCartney era ancora di bell’aspetto. <<Esattamente>> – ridacchia – <<Sono anche orgoglioso di quella barba.>>

(Sir James) Paul McCartney avrà 74 anni tra pochi giorni (il 18 giugno – è nato nel 1942); le basette sono ormai d’argento e i suoi capelli sono di una forte tonalità di marrone, ma il vegetariano dichiarato sembra arzillo, magro e in salute. Con questo in mente, ho parlato dello scoraggiante bilancio di celebrità morte nel 2016 e McCartney ha sussultato: <<Oh mio Dio, stanno cadendo come mosche. È terribile, non è vero?>>

Egli rimane disarmantemente onesto, ironicamente arguto; può ancora battere gli uomini di metà dei suoi anni con battute dirette ed intelligenti.

Con un patrimonio di 780 milioni di sterline, McCartney ha venduto più di 100 milioni di album e 100 milioni di singoli. “Ereticamente” potrebbe esse più grande dei Beatles stessi.

Di persona, egli mantiene una distanza dignitosa dall’inesorabile carattere allegro; McCartney stesso una volta scherzosamente si definì “Wacky-Mr-Thumbs-Aloft-Perpetuation-Of-Image” (potremmo cercare di tradurre come “uno stravagante signor so’ tutto io”…). Egli ha bisogno di mantenere il “maximum Macca” (il suo “essere McCartney al 100%) dato il suo grande il successo con il tour “One On One” negli stadi di tutto il mondo.
<<I sudamericani erano impazziti (in inglese dice “erano banane” ndr) >> riferisce con la diffidenza del surrealismo Beatles. <<E io amo le banane.>>

Arriva in Europa questo mese.

Il fulcro emotivo dello spettacolo è il suo momento acustico solista con “Here, Today”, una canzone del 1982 tratta da “Tug of War”, in cui McCartney dice tardivamente al suo socio cantautore John Lennon che lo amava. Scritto poco dopo l’assassinio di Lennon nel 1980, contiene un verso molto specifico: “What about the night we cried?” (E la sera abbiamo pianto?).
Facendo un respiro profondo McCartney ripercorre gli eventi di quella sera nebbiosa ma memorabile del 1965.

<<E’ stato a Key West, quando un concerto era stato rinviato, a causa di un uragano in Florida. E così abbiamo dovuto riparaci per un paio di giorni, e siamo finiti in questo piccolo hotel di sole suite insieme. Una notte, eravamo ubriachi e tra scherzi e rise, siamo finiti entrambi a piangere, perché eravamo al culmine dell’ ubriachezza, quando sei tutto, “Hey man, ti amo, uomo. No, io ti amo, uomo. Questo è stato probabilmente l’unica volta che siamo stati intimi l’uno con l’altro. E da uomini (da machi) è imbarazzante. Voglio dire, si potrebbe dire a una ragazza, “Ti amo”, ma nel mio caso, all’interno del gruppo, The Beatles, sarebbe stato difficile, anche se ci amavamo l’un l’altro. Dovevamo vivere la nostra gioventù. Eravamo tutti “grezzi, bignè duri”.>>

È rassicurante notare che egli può anche essere un po ‘spinoso. Ad un certo punto durante la nostra chiacchierata, riconoscendo il suo uso di marijuana ben documentato, suggerisco che egli possa essere stato “ispirato dall’erba” mentre realizzava l’album “Wings At The Speed Of Sound” nel 1976.

<<Se vuoi dire lapidato>> – in tono sprezzante – <<Io normalmente non lo faccio quando sto registrando. Forse suona proprio così.>>

McCartney smise di fumare erba “molto tempo fa”, preferendo “un bel margarita” in questi giorni, ma confessa che i nove giorni trascorsi in una prigione giapponese nel mese di gennaio del 1980, quando le autorità trovarono otto once di droga nel suo bagaglio, fu uno degli episodi più spaventosi della sua vita. <<Tempi da “barboni” davvero. Ho dormito con le spalle al muro>> – rabbrividisce – << E’ solo a causa di tutte le storie che senti, ma ora non ho bisogno di preoccuparmi di nulla di tutto ciò. Quando sono tornato in Inghilterra, una delle cose che ho sentito che dovevo fare era scrivere. Così, ho scritto qualcosa come 20.000 parole su tutta l’intera esperienza in caso uno dei miei figli mi avesse chiesto, “Com’è stato?” e sarei stato così in grado di dire: “E ‘stato come questo”.>> [..]

“Una vita più tardi”, un Paul vecchio e più saggio sta facendo il breve tragitto dal suo possedimento immobiliare di 1500 acri nell’East Sussex al mulino a vento ristrutturato a Ickleshama che ospita il suo studio di registrazione privato dove è stato girato un documentario in realtà virtuale sulla sua vita e le sue canzoni in sei parti.

Un effetto collaterale di questo tentativo nostalgico è che Paul rischia di riproporre una incredibile storia di successo senza preavviso. Il minimo accenno al nome di Stevie Wonder, con il quale ha cantato “Ebony And Ivory” nel 1982, produce una cosa incredibile.

<<Abbiamo fatto uno spettacolo alla Casa Bianca>> – Paul inizia promettente – <<Stevie stava cantando “We Can Work It Out” e aveva una parte con l’armonica, ma il suo roadie aveva dimenticato di mettere la sua armonica sul piccolo clavinet (tastiera) che stava usando. Stevie ha dovuto fermare l’esibizione. Disse: “Dov’è la mia armonica? Non riesco a vederla!” Lui fa tutte quelle battute… E’ un grande, perché ti fa sentire a tuo agio. Non si sente nervosismo intorno a lui.>>

Bob Dylan, un altro degli eroi di McCartney, che ha celebrato il suo 75 ° compleanno il mese scorso, ha detto sul cantautore di Liverpool: <<Ho soggezione di McCartney. Lui è l’unico con cui sono in soggezione.>>

<<E’ stato incredibile, perché io sono in soggezione con lui>> – esclama McCartney, umilmente – <<Mi piace il fatto che lui sia un artista che ha fatto ciò che ha voluto. Mi piace la sua natura senza compromessi. Naturalmente, per tutto ciò che ha scritto, bisogna avere un profondo rispetto. E ‘un grande poeta. Quando ho letto quello che aveva detto sono stato steso. Tanto, da essere bloccato. Non ci potevo credere. E ‘stato come, “una cosa troppo buona.”>>

Tanti doti musicali stravaganti di McCartney e semplice fascino dell’uomo comune, ed esiste una fotografia con Michael Jackson che fa i piatti insieme a lui nella cucina di McCartney: due delle più potenti forze creative del 20 ° secolo che diligentemente lavano i piatti.

<<Michael si avvicinò, mentre stavamo scrivendo cose come “Say Say Say” e “The Man”, e siamo usciti>> – ricorda McCartney – <<Egli è venuto giù a farci visita in campagna e è stato con questa semplice famiglia. Abbiamo appena vissuto come le persone vivono, sedendosi, mangiando, cose normali, e lui si è divertito. Il ragazzo che si prendeva cura di lui, chiamato Billy, ha detto, “Questo è veramente un bene per Michael, perché non vive mai così.”>>
Andando avanti velocemente da questo idillio familiare nel 1981 alla morte scioccante di Jackson nel 2009, può McCartney ricordare il momento in cui ha sentito che Michael Jackson era morto?
<<L’ho visto in televisione al mattino>> – dice – <<Stavo portando mia figlia a scuola. Ho sempre la televisione accesa, ed era nelle notizie del telegiornale. In realtà avevo ricevuto un SMS  ma non l’ho visto fino alla mattina successiva, ed era un po’ criptico. Ed era come, “Bene, cosa ne pensi Michael?” E ho pensato “Beh, non sono sicuro, ma suona inquietante.” Così ho acceso la televisione, e c’era la notizia. Molto triste. Era un bravo ragazzo.>>
[…]

Quando arriverà il momento, lungi da me, vorrebbe la sua ultima dimora qui o sul “Mull of Kintyre”?

<<Probabilmente dove vivo ora>> – dice, riferendosi alla fattoria a Peasmarsh, la sua casa da 40 anni, dove sono state disperse le ceneri di Linda. <<O a Liverpool.>> Improvvisamente, ‘Macca’ è tornato, come se richiamato dal suono del toponimo del suo meraviglioso paese natale.
<<Hey>> – blandice solarmante – <<Non è il genere di cosa che pensi, vero? >>

La compilation di successi “Pure McCartney” è uscita il 10 giugno.

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Articolo tratto da:
Un viaggio storico e misterioso con Paul
di ADRIAN DEEVOY – EVENT MAGAZINE (www.dailymail.co.uk)
pubblicato il 5 giugno 2016 / riportato dal BEATLES MAGAZINE il 7 giugno 2016

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